2. Banche e finanza

  1. Che cos’è la finanza?

Quando parliamo di finanza ci riferiamo essenzialmente a tutte le attività che riguardano lo scambio di un bene particolare: il denaro. Esiste infatti un “mercato del denaro” dove entra in contatto chi ha soldi con chi ne ha bisogno. Come al mercato ortofrutticolo troviamo contadini e fruttivendoli, al “mercato del denaro” troviamo investitori, risparmiatori e banchieri. Come il fruttivendolo ha la sua ragion d’essere nel mettere in contatto i contadini e i consumatori, così le banche mettono in contatto investitori e risparmiatori con chi ha bisogno di soldi. Possiamo quindi riassumere così: le banche sono intermediari tra chi in un dato momento ha risorse finanziarie in eccedenza e chi ne ha bisogno per realizzare i propri progetti imprenditoriali o personali.

2.Il ruolo delle banche nell’economia

Per il loro ruolo di mediatori, gli istituti bancari si trovano in una posizione di cruciale importanza:  essi decidono quali progetti finanziare, dove investire, a chi prestare soldi. Possiamo dire che in un certo senso le banche prendono decisioni sul futuro di noi tutti. Infatti, sono organizzazioni che hanno un vantaggio competitivo enorme rispetto a qualsiasi altra impresa, perché si occupano della custodia e distribuzione di un bene senza il quale il sistema economico non potrebbe funzionare: i soldi.

Le banche però ricoprono anche altri ruoli, uno dei più importanti è quello di gestire tempi e rischi. Facciamo un esempio per chiarirci le idee: se una banca concede a qualcuno un mutuo, prima di tutto deve definire i tempi, le somme e il tasso d’interesse da applicare per la restituzione del prestito (le cosiddette rate). Dopodiché deve sperare, rata dopo rata, mese dopo mese, magari su un periodo di 20 anni che quella persona rimborsi il prestito. Quindi è chiaro che è proprio la banca a definire i tempi dei flussi di denaro in entrata e uscita e a farsi carico del rischio di insolvenza del debitore.

3. Come funzionano le banche

Pochi sanno che le banche sono obbligate a tenere solo una parte molto limitata dei nostri risparmi sotto forma di contanti o su dei conti speciali presso la banca centrale. Questa piccola percentuale di denaro che non viene investita o data in prestito a nessuno si chiama “riserva frazionaria”.

La maggior parte dei nostri soldi, invece, non sono in un deposito o un caveau, ma utilizzati dalle banche per concedere prestiti e investire.

Facciamo un esempio: se depositiamo 1000 € in banca e la riserva frazionaria obbligatoria è del 3%, la banca può prendere 970 € dei nostri soldi e prestarli a qualcuno. Ciò non toglie che, in ogni momento noi correntisti (persone che hanno un conto corrente presso una banca) manteniamo il diritto di ritirare la totalità dei 1000 € precedentemente depositati.

Com’è possibile? La banca presta 970 € dei nostri soldi a qualcun altro ma noi possiamo comunque ritirare i nostri 1000 € in ogni momento?

E’ proprio così, bisogna tenere presente che le banche hanno migliaia di clienti, e la maggior parte di essi ritira solo poche centinaia di euro al mese dai propri conti correnti.

Quindi le banche, pur impiegando la maggior parte dei soldi depositati dai correntisti, hanno quasi sempre abbastanza denaro liquido per quei clienti che vogliono ritirare la totalità dei propri risparmi.

Il rischio però è sempre dietro l’angolo: se d’improvviso tutti i correntisti decidessero di ritirare i propri risparmi, le banche si troverebbero nell’impossibilità di ripagarli (in questo caso parliamo di “stato di insolvenza”). In tali situazioni, per evitare fallimenti e crisi a catena, la banca centrale può intervenire prestando dei soldi alla banca in difficoltà.

Molti ritengono che imporre una percentuale di riserva frazionaria più alta permetterebbe di ridurre i rischi di insolvenza; ma in ogni caso, per evitare corse agli sportelli, è fondamentale conservare la fiducia dei correntisti.

Il meccanismo della riserva frazionaria può sembrare oscuro o finanche fraudolento, ma non dobbiamo dimenticare che il ruolo delle banche è proprio quello di far circolare la moneta tra risparmiatori e i produttori.  E che per continuare a pagare stipendi, affitti e macchinari anche le banche devono ottenere un qualche ricavo: per esempio richiedendo il pagamento di un interesse alle persone a cui prestano i soldi.

4. Come usano i nostri soldi le banche?

Noi correntisti spesso non sappiamo come e dove sono investiti i nostri soldi o a chi sono stati prestati. Magari ad una famiglia che vorrebbe acquistare una casa o ad una azienda che ha bisogno di acquistare macchinari costosi; Oppure potrebbero essere stati utilizzati per finanziare attività controverse come la produzione di bombe a mano o per acquistare titoli finanziari molto complicati e rischiosi, contribuendo così all’instabilità del sistema finanziario e a pratiche speculative. Sorge allora spontanea la domanda: noi correntisti possiamo essere informati su come vengono utilizzati i nostri soldi? Come fare per cambiare le cose? Avremo modo di rispondere a queste domande nei prossimi moduli.

Libri:

         La guida eretica alla finanza globale di Brett Scott, 2018.

         Non con i miei soldi di Baranes, Biggeri, Tracanzan, Vago, Altreconomia, 2016.

         Il valore dei Soldi di Ugo Biggeri, Paoline, 2014.